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Turbo Kid: AMMIRATELO.

E se esistesse un film in grado di raccontare una storia d'amore adolescenziale con ironia, sfociando nel grottesco in più di un'occasione e senza mai essere stucchevole? Un film capace di catapultare lo spettatore in un'avventura folle e piena di sentimento, sullo sfondo di un futuro post-apocalittico, ma pop, coloratissimo e nel quale fiumi di sangue scorrono a ritmo di synthwave anni '80? Gioite, figli di guerra, quel film esiste: si chiama "Turbo Kid".
                                                 
"Turbo Kid", 2015
                                                    
Opera prima di un trio di registi canadesi, in arte denominato RKSS, "Turbo Kid" racconta di un futuro post-apocalittico. Un futuro che fin da subito, però, si rivela essere un’ucronia: in un 1997 alternativo,  lo scenario terrestre è stato stravolto da una guerra atomica combattuta tra umani e robot. Non rimangono altro che lande deserte, bagnate da piogge acide o ricoperte da irrespirabili gas venefici. Il protagonista, un orfano adolescente di cui non ci viene mai rivelato il nome, è sopravvissuto a tutto questo vivendo di espedienti e trovando riparo in un bunker-memorabilia, dove poter leggere i pochi fumetti ancora reperibili del suo supereroe preferito: Turbo Rider. L'inaspettato incontro con Apple, una ragazza eccentrica e dall'entusiasmo straripante, lo costringerà ad abbandonare il proprio rifugio, oltre al quale lo attende un'escalation di situazioni folli, demenziali e grandguignolesche, fino allo scontro decisivo con la sua nemesi: il despota Zeus.


Munro Chambers e Laurence Leboeuf

"Turbo Kid" si dispiega davanti agli occhi dello spettatore come la fantasticheria gore di un trio di registi cresciuti all'ombra di film come “I Goonies”, e, contemporaneamente, marchiati a fuoco dalla visione delle pellicole di George Miller, Sam Raimi, Peter Jackson e John Carpenter. Pur essendo un grande e sentitissimo omaggio all’immaginario e alla cultura pop anni ‘80,  ogni easter egg, ogni rimando rintracciabile nei costumi, nell'oggettistica e negli ambienti, contribuisce attivamente a dotare il film di un'identità ben definita, figlia di un pastiche tanto ipertrofico ed esasperato, quanto spassosissimo: l'immaginario dei tre registi sembra essere letteralmente imploso e aver costellato l'universo di Turbo Kid di schegge pop anni '80. I personaggi, granitici nella loro adesione agli archetipi di riferimento, devono moltissimo della loro caratterizzazione e personalità proprio ai costumi, alle improbabili armi che maneggiano e alle ottime interpretazioni del cast (Munro Chambers, Michael Ironside, Laurence Leboeuf, Aaron Jeffery). E' un film che stupisce, perché non si esaurisce nella mera citazione intrisa di nostalgia, ma si regge su un'idea di cinema profondamente consapevole, a tal punto da riuscire a rievocare un'estetica e un tipo di visione cinematografica che sembravano scomparse dai radar del cinema contemporaneo, o almeno di quello che passa per le sale. Il tutto a fronte di un budget praticamente inesistente, in un turbinio di effetti pratici che ne esaltano l'artigianalità e che lasciano trasparire tutta la passione e la determinazione con le quali il film è stato concepito e realizzato. 


"Mad Max, anyone?"

La demenzialità, le mai banali, e a tratti machiavelliche, esplosioni di violenza - rese divertentissime e disgustose dall'uso di ettolitri di sangue finto sparato fuori dalle arterie a velocità folli – le inaspettate reazioni di Apple, così come la colonna sonora originale dei Le Matos, lo rendono un film cromato: un "must see", immancabile nella collezione di tutti coloro che adorano spasmodicamente il primo Peter Jackson, la saga della "Casa" di Raimi e tutto il filone della commedia splatter in generale. Con in più, la vividissima impressione di stare assistendo a un’avventura che ricorda da vicino quelle su cui ognuno di noi, da bambino, ha fantasticato almeno una volta. Magari inscenando furiose battaglie con i propri giocattoli per protagonisti. 

Feral Kid.







Commenti

  1. Risposte
    1. Un tempismo quasi perfetto il tuo: il 17 maggio uscirà in home video in lingua italiana, distribuito da Koch Media. In alternativa, è disponibile sottotitolato su Netflix!

      Ciao e grazie per il commento, ti aspetto di nuovo qui, su The Fury Road :)

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